Plastiche e microplastiche sono riconosciute come un inquinante emergente con effetti nefasti sulla salute dell'ambiente, dell'uomo e degli animali acquatici. Ora lo studio "PET particles raise microbiological concerns for human health while tyre wear microplastic particles potentially affect ecosystem services in waters", ha dimostrato come "Microplastiche diverse possano causare un impatto differente sulle comunità batteriche in acqua".
Generalmente le comunità batteriche che crescono sulle microplastiche come biofilm sono studiate senza approfondirne le differenze legate al tipo di plastica su cui proliferano, ma come un unico comparto, la cosiddetta plastisfera. Gianluca Corno dell?Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche di Verbania (Cnr-Irsa) "Questo risultato ci pone, per la prima volta, di fronte alla necessità di riconsiderare i metodi di analisi dell'inquinamento da microplastiche e di tenere in conto le particelle di pneumatico, che possono avere un impatto decisivo sulla qualità degli ecosistemi acquatici in nazioni come l'Italia dove i fiumi sono particolarmente esposti a questo tipo di inquinamento".... (continua a leggere)
Greenreport: link | 7/04/2022
Il 7° rapporto annuale di Assobioplastiche, realizzato nell'ambito del progetto europeo ?Bioplastics Europe H2020? mostra come l'industria delle plastiche biodegradabili e compostabili sia in buona salute e continui a crescere, conquistando una posizione di crescente rilevanza nel mercato europeo. Il macro settore è rappresentato in Italia da 278 aziende, tra produttori di chimica e intermedi di base, produttori e distributori di granuli, operatori di prima e seconda trasformazione, con 2.775 addetti dedicati, oltre 110.000 tonnellate di manufatti compostabili prodotti e un fatturato complessivo di 815 milioni di euro. Un fatturato che ha segnato un trend costante di crescita annuo del 10% negli ultimi dieci anni.
Volendo osservare il percorso evolutivo di questo settore possiamo individuare una crescita legata ad una graduale e costante espansione dei settori applicativi: fino al 2010 gli unici protagonisti sono stati i sacchetti dell?umido, dal 2011 sono comparsi gli shopper e dal 2015 il film agricolo, il film da imballaggio alimentare e il film da imballaggio non alimentare, il 2017 è stato l?anno dell?introduzione degli shopper ultraleggeri e nel 2019 sono stati introdotti sul mercato gli articoli monouso. Pressoché tutti i principali settori applicativi continuano a mettere a segno numeri positivi, con l'eccezione dei sacchettini per primo imballo alimentare, cosiddetti ultraleggeri. Gli articoli monouso sono quelli che mettono a segno le performance migliori (continua a leggere)
Asvis: link | 16.09.2021
Il dato più evidente e preoccupante che emerge dal rapporto "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici" presentato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente
(SNPA), è che L'aumento del consumo di suolo non va di pari passo con
la crescita demografica e in Italia cresce più il cemento che la
popolazione: nel 2019 nascono 420 mila bambini e il suolo ormai
sigillato avanza di altri 57 km2 (57 milioni di metri quadrati) al
ritmo, confermato, di 2 metri quadrati al secondo. E? come se ogni nuovo
nato italiano portasse nella culla ben 135 mq di cemento.
E' stato messo in risalto che non c'è un legame, quindi, tra popolazione e nuovo cemento e si continua ad assistere alla crescita delle superfici artificiali anche in presenza di stabilizzazione, in molti casi addirittura di decrescita, della popolazione.
I dati del SNPA pertanto mostrano un Paese incapace di togliere i piedi dal cemento e da una "rendita" scriteriata e incurante dei rischi e che ormai appartiene al passato: "Lo spreco di suolo continua ad avanzare nelle aree a rischio idrogeologico e sismico e tra, le città italiane, la Sicilia è la regione con la crescita percentuale più alta nelle aree a pericolosità idraulica media". (continua a leggere)
Greenreport: link | 23.07.2020
Il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia (terza edizione), ha il compito di evidenziare ai policy makers il fondamentale ruolo ricoperto dal Capitale Naturale italiano rispetto al sistema socio-economico del Paese, elaborando schemi concettuali, migliorando la conoscenza e affinando modelli di misurazione del Capitale Naturale e degli impatti delle politiche su esso.
I Rapporti vengono consegnati dal Ministro dell'Ambiente al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Economia, al fine di assicurare il raggiungimento degli obiettivi sociali, economici e ambientali coerenti con l'annuale programmazione finanziaria e di bilancio. Grazie ad una sempre maggiore sinergia tra esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali, e la pubblica amministrazione, da una edizione all?altra del Rapporto sono stati compiuti significativi progressi in termini di arricchimento dei fattori di analisi, miglioramento della valutazione biofisica degli ecosistemi, definizione di percorsi metodologici per l?attribuzione di una misurazione monetaria al flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal nostro Capitale Naturale.
Il Comitato per il Capitale Naturale ribadisce nel 3° Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale la necessità di rafforzare l'impegno affinché siano messe in atto le principali Raccomandazioni individuate nelle due prime edizioni del Rapporto, volte all'integrazione del Capitale Naturale nelle valutazioni e nei sistemi di monitoraggio delle politiche, nelle politiche economiche e nella pianificazione territoriale, con l'intento di assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli obiettivi globali tracciati dall'Agenda 2030 per una crescita sostenibile che l'Italia deve continuare a perseguire per le generazioni presenti e future ....(continua a leggere)
ISPRA: link | 14.01.2020
Roberto Buizza, fisico dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e coordinatore dell'iniziativa federata sulla climatologia della Normale Superiore e di Scuola IUSS Pavia, ha promosso la lettera aperta "No alle false informazioni sul clima. Il riscaldamento globale è di origine antropica".
Il problema dei cambiamenti climatici è estremamente importante ed urgente e politiche tese alla mitigazione e all'adattamento dovrebbero essere una priorità.
Queste conclusioni sono basate su decine di migliaia di studi condotti in tutti i paesi del mondo dagli scienziati più accreditati che lavorano sul tema dei cambiamenti climatici. È sulla base di queste conclusioni che vanno prese decisioni importanti per la lotta ai cambiamenti climatici. Devono essere pertanto intraprese misure efficaci e urgenti per limitare le emissioni di gas serra e mantenere il riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici ad esso associati al di sotto del livello di pericolo indicato dall'accordo di Parigi del 2015 (mantenere l'aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali, e perseguire sforzi volti a limitare l'aumento di temperatura a 1,5 °C);
L'esistenza di una variabilità climatica di origine naturale non può essere addotta come argomento per negare o sminuire l'esistenza di un riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra; la variabilità naturale si sovrappone a quella di origine antropica, e la comunità scientifica possiede gli strumenti per analizzare entrambe le componenti e studiare le loro interazioni ... (continua a leggere)
GreenReport: link | 15.07.2019
I tradizionali metodi di protezione e gestione delle foreste, essenzialmente basati sulle caratteristiche e sulle funzioni statiche di habitat ed ecosistemi, potrebbero rivelarsi del tutto inefficaci qualora fossero trascurati gli effetti dei cambiamenti ambientali. Come possiamo quindi delineare strategie e piani nuovi e adeguati per la protezione e la gestione delle foreste?
Appare cruciale considerare, in particolare, la vulnerabilità dovuta agli effetti combinati di cambiamenti climatici, variazioni nell'uso dei suoli e pressione delle attività umane esercitati sulle foreste, sulla loro struttura, produttività, resilienza e capacità di fornire servizi. Questo è soprattutto vero per le foreste mediterranee dell'Europa meridionale, particolarmente minacciate da cambiamenti climatici e cattive forme di gestione.
Si prevede che le future concentrazioni di CO2 e le temperature in aumento stimoleranno la crescita delle piante e il sequestro del carbonio negli ecosistemi naturali e nelle piantagioni forestali a rotazione breve. Tuttavia, la maggior parte dei modelli climatici prevedono eventi di caldo estremo e siccità sempre più frequenti, prolungati e intensi, e nonostante il generale calo delle precipitazioni annue, sono previsti anche episodi di pioggia più intensi. Tutto ciò, riferito alle foreste, si traduce in una ridotta capacità di rigenerazione e crescita, con una riduzione della durata di vita delle foglie nelle specie sempreverdi, e un allungamento del periodo di accrescimento per le specie decidue.
È stato inoltre registrato un aumento del rischio di incendi e stress idrici, mentre la maggiore vulnerabilità degli ecosistemi potrebbe aggravare i danni causati da insetti e altri organismi patogeni. (continua a leggere)
CMCC: link | 05/02/2019
Secondo il COP-24 Special Report: health and climate change dell?Organizzazione mondiale della sanità (Oms) presentato alla 24esima Conferenza delle parti dell'United Nations framework convention on climate change (Cop24 Unfccc) in corso a Katowice in Polonia, "Raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi potrebbe salvare circa un milione di vite all'anno in tutto il mondo entro il 2050 solo attraverso la riduzione dell'inquinamento atmosferico da solo".
All'Oms ricordano che "Le ultime stime dei principali esperti indicano inoltre che il valore degli incrementi della salute derivanti dall'azione climatica sarebbe circa il doppio del costo delle politiche di mitigazione a livello globale e in Paesi come la Cina e l'India il rapporto costi/benefici è ancora più elevato". Il rapporto speciale evidenzia perché "le considerazioni sulla salute sono fondamentali per il progresso dell'azione climatica" e fa delle raccomandazioni chiave ai decisori politici.
Secondo i dati Oms, "L'esposizione all'inquinamento atmosferico ogni anno causa 7 milioni di morti in tutto il mondo e a livello globale costa circa 5,1 trilioni di dollari in perdite di benessere". Si stima che nei 15 Paesi che emettono la maggior parte delle emissioni di gas serra, gli impatti dell'inquinamento atmosferico sulla salute costino più del 4% del loro Pil. Le azioni necessarie a raggiungere gli obiettivi di Parigi costerebbero circa l'1% del Pil globale.
Presentando il rapporto, il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha sottolineato che "L'accordo di Parigi è potenzialmente l'accordo per la salute più forte di questo secolo. Le prove dimostrano chiaramente che il cambiamento climatico sta già avendo un grave impatto sulla vita e sulla salute umana. Minaccia gli elementi di base di cui tutti abbiamo bisogno per una buona salute, aria pulita, acqua potabile sicura, fornitura di cibo nutriente e riparo sicuro, e minerà decenni di progressi sulla salute globale. Non possiamo permetterci di ritardare ulteriormente l'azione". (continua a leggere)
GreenReport: link | 10.12.2018
Com'è possibile rendere l'adattamento ai cambiamenti climatici non solo più efficace, ma anche politicamente e istituzionalmente realizzabile? Come possiamo migliorare, nei fatti, il supporto che la scienza può offrire alla sfera politica?
L'adattamento ai cambiamenti climatici non solo è essenziale per contrastarne gli impatti negativi, ma è anche sempre più intrecciato con lo sviluppo socioeconomico e i percorsi di sostenibilità dei diversi Paesi. Tra le evidenze che dimostrano la rilevanza politica delle strategie di adattamento, va notato come i contributi nazionali programmati (NDCs - Nationally Determined Contributions) dei Paesi in via di sviluppo presentati alla COP21 di Parigi includano espliciti obiettivi di adattamento, e come la grande maggioranza delle azioni di adattamento rientri nel campo dell?ordinaria pianificazione e gestione del settore pubblico.
Ciononostante, l'integrazione del tema dell?adattamento ai cambiamenti climatici nel processo decisionale della sfera politica incontra ancora numerosi ostacoli. L'adattamento, tema trasversale per sua natura, impone una sintesi difficile e una potenziale tensione tra diversi ambiti politici, livelli amministrativi e di responsabilità. Allo stesso modo, deve anche riconciliare le diverse posizioni degli attori sociali in merito al come le risorse destinate all'adattamento debbano essere distribuite (continua a leggere)
CMCC: link | 24.07.2018
Il rapporto "National climate change vulnerability and risk assessments in Europe 2018" nasce da un sondaggio dei Paesi membri dell'Agenzia Europea dell'Ambiente (European Environment Agency, EEA), sui rischi derivanti dai cambiamenti climatici.
I risultati contribuiranno alla valutazione della strategia di adattamento dell'Unione Europea ed alle decisioni da adottare per prepararsi meglio agli impatti dei cambiamenti climatici nei settori chiave più vulnerabili, come l'agricoltura, la pesca, la protezione della biodiversità, la pianificazione territoriale e lo sviluppo delle infrastrutture.
Secondo lo studio, quasi tutti i 33 Paesi considerati hanno adottato una strategia nazionale di adattamento (NAS) e oltre la metà ha adottato un piano nazionale di adattamento (NAP). Inoltre, quasi tutti hanno condotto almeno una valutazione nazionale di impatto, vulnerabilità e rischio (o valutazione CCIV, acronimo per: climate change impact, vulnerability and risk assessment) .... (continua a leggere)
CMCC: link | 15.05.2018
L'ora della Terra, l'evento globale del WWF dedicato all'ambiente e al clima si terrà il 24 marzo e la grande mobilitazione globale che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un'ora, unisce cittadini, istituzioni e imprese in una comune volontà di dare al mondo un futuro sostenibile e la dimostrazione che insieme si può fare una grande differenza.
Una partecipazione di eccellenza è quella prevista a Roma in occasione dello spegnimento di una delle icone della capitale coinvolte: alle 20.30 Paolo Nespoli, astronauta ESA, protagonista della missione VITA dell?ASI (Agenzia Spaziale Italiana) rientrato nel dicembre scorso dall?ultima spedizione spaziale durata quasi 5 mesi, spegnerà insieme al WWF le luci che illuminano il Colosseo. Per l'anno 2018, 11 compleanno di Earth Hour, la parola d?ordine è Connect2Earth, a sottolineare il legame tra il nostro benessere e l'equilibrio dei boschi, la purezza delle acque, la bellezza e ricchezza di vita e di specie. (continua a leggere)
WWF: link | 20.03.2018
Ogni anno finiscono negli oceani più di 8 milioni di tonnellate di plastica, per affrontare questo problema c'è bisogno che ricercatori, industrie ei governi sviluppino soluzioni sistemiche atte a impedire alla plastica di trasformarsi in rifiuto. Per questo motivo la Ellen MacArthur Foundation ha stanziato 2 milioni di dollari per il "New Plastics Economy Innovation Prize", finanziato da Wendy Schmidt.
A Davos, la Ellen MacArthur Foundation e NineSigma hanno comunicato i vincitori del premio "Circular Materials Challenge". Affiancate dalle necessarie infrastrutture, le innovazioni proposte potrebbero impedire che si produca l'equivalente in rifiuto plastico di cento sacchi di spazzatura al secondo. Le proposte riguardano gli imballaggi leggeri e flessibili per prodotti come salse, caffè e merendine, che sono troppo difficili o troppo costosi da riciclare perché sono composti da più strati di materiali diversi. Ad ognuno dei vincitori andrà 200.000 dollari del premio totale da un milione.
Ha spiegato Ellen Mac Arthur: Queste innovazioni vincenti dimostrano che cosa è possibile fare adottando i principi di un'economia circolare. Le operazioni di bonifica continuano a svolgere un ruolo importante per affrontare le conseguenze del problema dei rifiuti plastici, ma sappiamo che occorre fare di più. Abbiamo urgente bisogno di soluzioni in grado di affrontare le cause profonde del problema e non solo i sintomi. (continua a leggere)
BIoEcoGeo: link | 07.02.2018
Quando il suolo si riscalda, rilascia più anidride carbonica, un effetto che alimenta ulteriormente il cambiamento climatico. Finora, si era ipotizzato che questo fosse causato soprattutto dalla presenza di piccoli animali e microrganismi del suolo che con le temperature più calde mangerebbero e respirerebbero di più.
Ma ora lo studio "Reduced feeding activity of soil detritivores under warmer and drier conditions", pubblicato su Nature Climate Change da un team di ricercatori tedeschi, statunitensi e australiani, ha dimostrato che non è così e che, al contrario: se il caldo è accompagnato dalla siccità, gli animali del suolo mangiano ancora meno. Quindi, gli scienziati sono convinti che, per migliorare le previsioni dei modelli climatici, ora è fondamentale capire meglio i processi biologici nel suolo.
Lo studio è stato condotto nell'ambito del "B4WarmED - Boreal Forest Warming at an Ecotone in Danger", un esperimento a lungo termine sui cambiamenti climatici in corso negli Usa, in Minnesota, dove gli scienziati stanno riscaldando artificialmente di 3,4 °C diversi appezzamenti di terreni delle forestali boreali. Inoltre, in alcuni luoghi riducono anche del 40% le precipitazioni installando tende in caso di pioggia. (continua a leggere)
Greenreport: link | 30.12.2017
Servono strategie adeguate per permettere un miglior adattamento a fenomeni estremi (dalle ondate di calore alle piogge torrenziali) con azioni mirate alla riduzione dei rischi. La presentazione del nuovo rapporto dell'Agenzia Europea per L'Ambiente (EEA) "Climate change adaptation and disaster risk reduction in Europe ? enhancing coherence of the knowledge base, policies and practices", apre ad un dibattito politico sul tema dell'adattamento ai cambiamenti climatici e sulle strategie per la riduzione del rischio di disastri.
Il rapporto sottolinea, in particolare, la necessità di una stretta associazione e collaborazione tra la riduzione del rischio di disastri e l?adattamento ai cambiamenti climatici, per migliorare le azioni di prevenzione e i tempi di risposta ai rischi e ai pericoli rappresentati da ondate di calore, incendi, tempeste e uragani, eventi ormai incredibilmente frequenti per effetto dei cambiamenti climatici. La relazione presenta nuovi modelli di governance del fenomeno, di collegamento tra il livello nazionale e quello locale e con modalità intersettoriale su scala europea. Questi modelli comprendono politiche di pianificazione del territorio e di prevenzione del rischio, nonché misure tecniche come la costruzione di argini, modelli assicurativi e finanziamenti a lungo termine, nonché soluzioni di tipo naturalistico. (continua a leggere)
CMCC: link | 31.10.2017
Il suolo è una risorsa multifunzionale, non rinnovabile, e il modo in cui viene utilizzata è uno dei principali fattori di degrado ambientale e di declino della qualità della vita. La sottrazione di suolo da parte delle aree urbane e delle infrastrutture è, quasi sempre, irreversibile e provoca l'impermeabilizzazione del suolo. Il consumo di suolo (land take nel linguaggio internazionale) rappresenta la sottrazione di superfici naturali (foreste, aree umide, ecc.) e semi-naturali (suoli agricoli, ecc.) da parte di forme artificiali di uso del suolo stesso.
Le continue trasformazioni, benché avviate millenni addietro, si sono intensificate negli ultimi due secoli, lasciando l'ambiente, lasciando impronte a volte irreversibili, e provocando l'impermeabilizzazione del suolo. Il land take contribuisce all'inquinamento di origine diffusa delle acque, limitando la capacità dei suoli di filtrarle e regimare i deflussi. Il consumo di suolo da parte delle città consuma soprattutto la terra agricola, ma riduce anche lo spazio per gli habitat e gli ecosistemi che forniscono servizi ecosistemici importanti ...(continua a leggere)
Scienza in rete: link | 11.09.2017
Mercoledì 2 agosto è l'Overshoot Day 2017 secondo i dati del Global Footprint Network, ciò significa che abbiamo impiegato solo 7 mesi e 2 giorni per esaurire tutto il budget di risorse rinnovabili nel corso dell?anno che il pianeta ci mette a disposizione. Ogni anno, il Global Footprint Network calcola l'impronta ecologica dell'umanità (ovvero le nostre necessità di utilizzare risorse dalle aree agricole, dai pascoli, dalle foreste, dalle aree di pesca e lo spazio utilizzato per le infrastrutture e per assorbire il biossido di carbonio, la CO2), e la confronta con la biocapacità globale, ossia la capacità dei sistemi naturali prima indicati di produrre risorse e assorbire biossido di carbonio.
Per Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia: "In questa situazione è urgentissimo dare immediata concretizzazione agli accordi presi in sede internazionale per migliorare lo stato del Sistema Terra e provare a sanare l'enorme debito ecologico che abbiamo con il nostro Pianeta e i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti. È urgente attivare l'Agenda 2030 con i suoi 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, considerandoli in maniera interconnessa e impostare una nuova economia capace di seguire i processi circolari della natura, che la nostra visione economica dominante ha purtroppo trasformato in processi lineari con il risultato di produrre scarti, rifiuti e inquinamento". (continua a leggere)
WWF: link | 04.08.2017
L?emergenza siccità è un problema sempre più sentito e frequente negli ultimi anni, soprattutto nei Paesi dell?area mediterranea. Aumentano le ondate di calore e diminuiscono le piogge, e anche gli ultimi studi realizzati dalla Fondazione CMCC parlano di un aumento nella frequenza degli episodi di giorni consecutivi senza pioggia.
L?assenza prolungata di precipitazioni ha conseguenze importanti, e porta a un altro tipo di siccità, la cosiddetta siccità idrologica, in cui le risorse idriche iniziano a scarseggiare sia nelle acque superficiali (laghi e fiumi) che nelle acque sotterranee (nelle falde acquifere), portando alla necessità di una redistribuzione della risorsa acqua fra i vari settori (agricoltura, industria, usi civili etc) che da essa dipendo. Cambiamento climatico in atto sta favorendo queste dinamiche, e le proiezioni per il futuro degli ultimi studi indicano come il clima più arido del sud del Mediterraneo stia migrando verso nord. (continua a leggere)
CMCC: link | 03.7.2017
WorldClimaps, un nuovo strumento creato per far conoscere le conseguenze del cambiamento climatico, e le azioni di risposta avviate in tutto il mondo. Prevede la possibilità per tutti di partecipare, fornendo informazioni.
Per far conoscere ed individuare le reali cause sue reali cause del cambiamento climatico in atto e le sue conseguenze dirette ed indirette è stata sviluppata la piattaforma WorldClimaps che cerca di coinvolgere la cittadinanza attiva. I motivi della mancanza di una solida comprensione del problema sono tanti, e hanno radici economiche, politiche, umane. Spesso la presenza di dati troppo astratti e di troppe fonti di informazione rende difficile avere una visione d?insieme del cambiamento e quasi impossibile avere reale consapevolezza di quali sono i suoi effetti sulla vita di tutti i giorni.
La conoscenza diffusa sulla tematica è frammentata, incompleta e spesso inaccurata. La disinformazione e le fake news creano solo maggiore confusione e scetticismo. Proprio questa mancanza di comprensione porta a percepire il cambiamento climatico come un problema troppo grande e troppo astratto, ingestibile ed inaffrontabile dal singolo individuo (continua a leggere).
climalteranti.it: link | 08.6.2017
La giornata mondiale della biodiversità 2017, indetta dall'ONU é stata dedicata al turismo sostenibile, e al ruolo che può svolgere per difendere specie e habitat. Isabella Pratesi di WWF Italia sottolinea che "Istituita nel 1993 la Giornata è un momento chiave per sottolineare l?importanza della ricchezza di vita sulla terra, un patrimonio che non dobbiamo dilapidare ma proteggere in ogni modo Difendere la biodiversità e le specie animali carismatiche come elefanti, rinoceronti, gorilla, tigri e leoni si traduce anche in un vero e proprio investimento economico oltre che in un'assicurazione sulla nostra vita futura e sul nostro benessere".
Il ruolo delle complesse reti ecologiche è fornire una incredibile serie di servizi gratuiti (servizi ecosistemici) che sono servizi essenziali per il sostegno alla vita e al benessere delle comunità. In quest'ambito il turismo, che rappresenta una componente importante dei servizi ecosistemici ricreativi e culturali, è infatti riconosciuto come un'opportunità fondamentale per lo sviluppo dei paesi ricchi di biodiversità, ma in gravi situazioni economiche, e pertanto un settore cruciale per contribuire all'eradicazione della povertà.
Il WWF ritiene che per cercare di ottenere una stima economica più completa sul valore della natura, bisogna tenere in considerazione il VET (Valore economico totale), costituito da vari parametri; valore d?uso, che specifica l'utilizzo effettivo dell'ambiente, delle sue risorse, dei suoi servizi (es. benefici per l'agricoltura), valore di opzione per le alternative nell'uso dell'ambiente, ed Il valore intrinseco, parametro che può anche non essere percepito come rilevante per l'economia umana, ma che comunque è molto significativo da un punto si vista ecologico, e riguarda tematiche come il valore degli ecosistemi, degli ambienti e della biodiversità. (continua a leggere)
Greenreport: link | 23.05.2017
E' necessario cercare di superare i limiti del PIL (Prodotto Interno Lordo), e secondo WWF ci stiamo muovendo, ma a passi lenti attraverso gli indicatori del BES (Benessere Equo e Sostenibile): "Se non si tiene conto del valore della natura e dei servizi che essa fornisce gratuitamente e quotidianamente alla salute umana (argine ai fenomeni di erosione del suolo, mantenimento dei cicli idrici, contenimento di inquinanti, fotosintesi, capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, resilienza, etc.) non abbiamo la possibilità di garantire il nostro stesso futuro e benessere", ha dichiarato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia.
In Italia finalmente si sta cominciando concretamente ad andare oltre il PIL, oltre alle stime puramente quantitative della ricchezza nazionale riconoscendo a pieno titolo la sostenibilità ambientale prevista sin da 2009 dalla riforma della finanza pubblica, e dopo la riflessione (avviata nel 2010) sulla necessità di integrare gli indicatori di benessere avviata dall'ISTAT.
WWF: link | 02.05.2017
Pubblicato il rapporto "Nature-based solutions to promote climate resilience in urban areas - developing an impact evaluation framework" (Soluzioni nature-based per promuovere la resilienza ai cambiamenti climatici nelle aree urbane - sviluppare un quadro di riferimento per una valutazione d'impatto), iniziativa all'interno del progetto europeo EKLIPSE. Le Soluzioni Nature-Based (NBS) sono fondamentalmente ispirate dalla natura e tramite la natura stessa cercano si essere eco-sostenibili e economicamente vantaggiose, con l'obiettivo di aumentare la resilienza dei sistemi ambientali.
Il rapporto risponde alla richiesta della Commissione europea di contribuire, anche con il progetto Eklipse, alla creazione di una base di conoscenze sui benefici e sulle soluzioni nature-based, ed il rapporto è il risultato di tale richiesta. Fra i principali obiettivi c'è lo sviluppo di un quadro di riferimento per la valutazione dei molteplici benefici, disservizi, trade-off e sinergie delle soluzioni basate sulla natura, da applicare ai progetti finanziati da H2020 e incentrati su soluzioni nature-based, per aumentare la resilienza delle città ai cambiamenti climatici. (continua a leggere)
CMCC: link | 02.05.2017
"Per erosione costiera si intende il risultato di un processo, o di una serie di processi naturali o indotti, che modificano la morfologia dei litorali determinando una perdita di superficie del territorio emerso e sommerso, e quindi anche di volume di sedimento, in un dato intervallo di tempo rispetto al livello medio del mare.
Le necessità di gestione degli effetti e di azioni di contrasto all'erosione costiera, scaturiscono dall'interferenza o dalla minaccia d'interferenza del fenomeno erosivo con gli "interessi" antropici localizzati, determinando criticità. (da - www.erosionecostiera.isprambiente.it)"
Su iniziativa del MATTM dal 2015 attraverso un Tavolo Nazionale sono stati elaborati alcuni indirizzi generali e criteri per la pianificazione della difesa della costa e per la programmazione degli interventi da realizzare su di essa. Tale proposta si è concretizzata nella redazione del documento "Linee Guida per la difesa della costa dai fenomeni di erosione e dagli effetti dei cambiamenti climatici", che intende essere diffuso attraverso il sito web tematico (link) realizzato da ISPRA e che mira a rappresentare il punto di partenza per successivi approfondimenti.
ISPRA: link | 10.04.2017
Con l?intento di promuovere la conoscenza degli impatti dei cambiamenti climatici sul territorio italiano e la consapevolezza della necessità di un'azione urgente per affrontarli, l'International Center for Climate Governance (ICCG) indice il concorso "Gli impatti dei cambiamenti climatici in Italia. Fotografie del presente per capire il futuro".
Il concorso ha lo scopo di documentare gli impatti dei cambiamenti climatici in Italia attraverso immagini reali, scattate da chi vive e osserva nel quotidiano le trasformazioni indotte dal clima che cambia al nostro ambiente e alla nostra società. Le immagini saranno incluse in un dossier fotografico che si proporrà come uno strumento indirizzato al mondo della politica per aumentare la consapevolezza sui cambiamenti climatici, osservabili, tangibili e quantificabili. Il concorso, a partecipazione gratuita, è aperto fino al 22 aprile 2017 per partecipare è necessario registrarsi tramite questo link. (continua a leggere)
CMCC: link | 22.03.2017
I cambiamenti climatici, anche nelle regioni europee producono effetti sul livello di innalzamento dei mari ed una maggiore frequenza di eventi meteorologici estremi (dalle inondazioni alle ondate di calore). Ciò è stato nuovamente confermato dal rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente - EEA, intitolato "Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2016" dove sono valutate le ultime proiezioni in merito al cambio del clima e le relative conseguenze in tutta Europa.
In base a quanto riportato risulta fondamentale adottare le migliori strategie di adattamento per ridurre tali conseguenze. "I cambiamenti climatici continueranno per molti decenni a venire. La portata dei futuri cambiamenti climatici e il loro relativo impatto dipenderà dall?efficacia dell?attuazione degli accordi globali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Altrettanto importante sarà la predisposizione delle giuste strategie e politiche di adattamento per ridurre i rischi derivanti dagli eventi climatici estremi attuali e previsti", ha dichiarato Hans Bruyninckx, Direttore esecutivo dell'EEA.
E' evidente che tutte le regioni della UE sono vulnerabili ai cambiamenti climatici, ma in particolare (secondo le stime), sarà l'Europa meridionale e sud-orientale ad essere più sensibile, una specie di hotspot del cambiamento climatico in atto, nel quale si dovrà affrontare il maggior numero di ripercussioni negative.
CMCC: link | 23.02.2017
L'educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile è al centro di una strategia per rispondere agli impegni di Parigi e agli obiettivi europei dell'agenda 2030.
Durante gli Stati Generali dell'educazione ambientale, tenuti al MAXXI di Roma, è stato annunciato un investimento di 20 milioni di euro per l'educazione ambientale e la convocazione annuale di un tavolo nazionale per ridefinire e valutare la strategia per l'educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile.
Lavorare a tutto campo per attivare processi educativi, profondi e diffusi sui territori, che riguardano sia le nuove generazioni (attraverso la scuola), sia tutti i cittadini, è una scelta che Legambiente ha sempre sollecitato e praticato con il suo impegno sul territorio. Gli obiettivi individuati per i gruppi di lavoro consentiranno alle comunità di affrontare le sfide climatiche, occupazionali e sociali, orientandole verso la sostenibilità.
Legambiente: link | 28.11.2016
La conferenza di Marrakech in Marocco (COP22), è stata l'occasione per ribadire gli accordi presi alla COP21 di Parigi, anche se molto cose sono cambiate in termini politici. Intanto i recenti dati del WMO affermano che anche il 2016 è destinato a segnare nuovi record negativi per il riscaldamento climatico.
I rappresentati dei 196 paesi presenti alla COP22 hanno sostanzialmente confermato gli accordi di Parigi definendolo un "percorso irreversibile". L?attenzione in particolare si è centrata sui due pilastri dell?accordo: Il primo è la riduzione delle emissioni per contenere l?entità del riscaldamento climatico, mentre il secondo è l'istituzione di un fondo da almeno 100 miliardi di dollari destinato ad affrontare i rischi derivanti dal cambiamento climatico. Un programma operativo inerente gli accordi presi a Parigi dovrebbe essere annunciato entro il 2018.
Ecologiae: link | 28.11.2016
Recenti studi stimano che circa il 40% delle terre del nostro Pianeta rischia la desertificazione. Ogni anno, come è stato confermato nel 2015, in occasione dell'Anno internazionale dei Suoli perdiamo circa 24 miliardi di tonnellate di suolo fertile. Si stima che entro il 2030 la scarsità d?acqua obbligherà 700 milioni di persone a migrare. Per l?UNEP il 40% dei conflitti umani è generato dalla competizione e dall'utilizzo di risorse naturali, come appunto l?acqua.
Sembra ovvio che anche la distruzione degli ecosistemi, eserciti un impatto negativo sulle condizioni di benessere, di sicurezza e di salute delle comunità locali, contribuendo sostanzialmente a favorire il fenomeno delle migrazioni. L?irrigazione per l?agricoltura utilizza a livello mondiale il 70% dell?uso umano dell?acqua sottratta ai fiumi, laghi e falde acquifere e si ritiene che la domanda di cibo continuerà a crescere fino a raggiungere un incremento di richiesta di acqua del 55% entro il 2050. Pur essendo la Terra un pianeta ricco di acque, solo l?1% delle acque è acqua dolce e quindi utilizzabile dall'uomo (continua a leggere)
Greenews.info: link | 23.06.2016
Un nuovo report del WWF denuncia come circa la metà dei siti naturali appartenenti al Patrimonio Mondiale (World Heritage) siano minacciati da attività industriali di varia natura tra cui esplorazioni di petrolio e gas, attività minerarie e taglio illegale di legname. Il danno è ancora maggiore se si considera che queste aree forniscono servizi ecosistemici e sostentamento a molte popolazioni.
(vedi anche PROTECTING PEOPLE THROUGH NATURE)
Il report, prodotto per il WWF dal Dalberg Global Development Advisors, mostra come l?insieme dei siti inseriti nella lista IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) contribuiscano allo sviluppo economico e sociale grazie alla tutela ambientale e segnala anche una mancata protezione di queste aree di grande valore. Dallo studio si scopre che sebbene tali aree coprano appena lo 0,5% della superficie del pianeta, sono in grado di sostenere ben 11 milioni di persone nel mondo (continua a leggere)
WWF: link | 15.04.2016
Si è conclusa la COP 21 di Parigi, che lascia in eredità un nuovo accordo sul clima, con una vasta intesa, composta da 187 governi compresi anche i grandi emettitori di gas serra. Il patto stipula attività di verifica periodica per gli impegni presi per la riduzione delle emissioni di GHG. Il target dall?accordo prevede di stare sotto i due gradi di aumento della temperatura media globale puntando a 1,5 gradi, per questo saranno stanziati aiuti economici (dal 2020) per 100 miliardi di dollari annui, che potranno salire progressivamente negli anni successivi.
La spinta fornita dagli accordi di Parigi, dovrebbe mettere in moto processi di valorizzazione delle fonti rinnovabili, l'incremento del risparmio energetico, della mobilità sostenibile e, in generale, un maggiore impegno nell'eco-innovazione verso una low carbon economy. l'Europa, dovrà rivedere le politiche di mitigazione climatica, potenziando le azioni di resilienza con un maggiore coinvolgimento del settore agroforestale, importante per gli assorbimenti della CO2 ad opera di suolo e piante (carbon sink), ma anche per la realizzazione di bioprodotti e prodotti biodegradabili.
Coldiretti: link | 14.01.2016
E' sempre più evidente che la transizione verso l?economia ecologica è un processo complesso, che parte da una necessaria ridefinizione del concetto di sviluppo (non strettamente legato alla crescita), di questo ne hanno parlato e ne parlano ancora oggi ricercatori ed ecologisti, ma è un caso raro che sia uno Stato a tracciare in dettaglio la rotta.
Il ministero dell?Ambiente francese ha recentemente pubblicato un rapporto: "Transition(s) vers une économie écologique", documento frutto di quattro anni di lavoro e rilanciato in Italia da Arpat Toscana. La prima parte del volume, cerca di individuare quali potrebbero essere i contorni di una ?green economy?. Per fare questo, sono stati sviluppati sei scenari ipotetici con ben 17 ambiti di studio (ambiente, lavoro, urbanizzazione, tecnologie, etc.) prendendo in esame diversi attori (cittadini, enti territoriali, imprese, Stato) e i possibili sviluppi dell?attuale sistema socio-economico.
La seconda parte si focalizza in modo più preciso su determinate azioni che possono svolgere una funzione di ?leva? per la transizione verso un?economia ecologica. Si tratta di focus di carattere trasversale (ad esempio l?impatto dello sviluppo telecomunicazioni) o settoriali (trasporto e mobilità ecologica).
Greenreport: link | 01.10.2015
Uno studio realizzato dal CMCC, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici analizza gli eventi attuali e traccia ipotesi future, con particolare riguardo alla frequenza dei cosiddetti eventi estremi. In termine di evoluzione del clima nel bacino mediterraneo, infatti, sono proprio queste manifestazioni di particolare intensità a destare maggiori preoccupazioni. Come è noto, si tratta di periodi con temperature superiori alla media e/o di giorni con piogge eccezionalmente abbondanti, che possono avere impatti significativi sulla vita di tutti giorni, sull?ambiente e sui nostri sistemi socio-economici.
I risultati dello studio del CMCC pubblicati sulla rivista International Journal of Climatology, mostrano le evoluzioni future di questi eventi, sia in termini di frequenza che di intensità, oltre ad individuare quali aree della Penisola saranno maggiormente colpite, stabilendo, inoltre, il legame esistente tra queste manifestazioni del cambiamento climatico in atto e la maggiore presenza di gas serra in atmosfera, dovuta alle attività umane (continua a leggere)
Coldiretti: link | 04.08.2015