Il Piano di Sviluppo Rurale (PSR) contiene misure a sostegno dell'agricoltura, rivolte per gran parte alle imprese agricole. La nuova riforma, in vigore fino al 2020, prevede interventi strutturali e investimenti per il miglioramento dei sistemi agricoli e forestali, per la conservazione delle risorse naturali e della biodiversità, ma anche opportunità per lo sviluppo di mercati eco-sostenibili per prodotti e filiere biobased, stimolando la Bio-Based Economy (bioeconomia).
Per questo motivo il PSR è uno strumento chiave per attivare, attraverso il Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR), importanti finanziamenti in accordo con le priorità politiche di sviluppo rurale Regionale.
In Italia il Piano strategico Nazionale per lo sviluppo rurale (PSRN), permette a ciascuna regione di gestire un PSR a livello territoriale. Il piano sostiene la valorizzazione delle risorse locali e promuove il recupero delle tradizioni e la salvaguardia di specie autoctone. Sono previsti interventi per la conservazione e il miglioramento dell'ambiente e del paesaggio, ma anche specifiche misure per sostenere l'economia ed il presidio del territorio, da parte delle comunità rurali.
Oggi l'imprenditore agricolo ha la possibilità di offrire una serie di attività diversificate oltre a quella puramente produttiva: servizi di ricezione turistica e ricreativa, tutela ambientale e paesaggistica, percorsi educativi e di conoscenza, produzione e vendita di energia rinnovabile.
... gli obiettivi che si possono conseguire coinvolgono sia gli aspetti ambientali (ripristino, conservazione e salvaguardia di varietà animali e vegetali locali), sia economici (rivitalizzazione delle colture tipiche, diversificazione delle produzioni, acquisizione di nuovi sbocchi di mercato, ecc.) sia socioculturali (recupero delle tradizioni e della cultura locale, rafforzamento dell'identità locale, ecc.)".
Biodiversità e sviluppo rurale, INEA - Leader II, 2001
L'art. 1 del D. Lgs n. 228 del 18 maggio 2001 (Legge di orientamento per il settore agricolo) ha modificato la definizione di imprenditore agricolo dettata dall'art. 2135 del C.C., ed indica come "attività connesse" alla produzione agricola, non solo quelle "dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall'allevamento di animali", ma anche le attività "dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attività agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge".
L'imprenditore agricolo ha inoltre l'opportunità di avviare contratti di collaborazione e convenzioni con le pubbliche amministrazioni. I contratti di collaborazione (art.14) riguardano "coloro che si impegnino, nell'esercizio dell'attività di impresa, ad assicurare la tutela delle risorse naturali, della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio agrario e forestale".
Le convenzioni (art.15) sono stipulate con gli imprenditori che si impegnano a svolgere "attività funzionali alla sistemazione ed alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale, alla cura ed al mantenimento dell'assetto idrogeologico e a favore della tutela delle vocazioni produttive del territorio" In questo modo, l'imprenditore agricolo assume un ruolo attivonella gestione e valorizzazione del territorio.
In questo contesto l'organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) sottolinea l'importanza del ruolo che attualmente assume l'agricoltura multifunzionale con la seguente definizione:
Oltre alla sua funzione primaria di produrre cibo e fibre, l'agricoltura può anche disegnare il paesaggio, proteggere l'ambiente e il territorio e conservare la biodiversità, gestire in maniera sostenibile le risorse, contribuire alla sopravvivenza socio-economica delle aree rurali, garantire la sicurezza alimentare. Quando l'agricoltura aggiunge al suo ruolo primario una o più di queste funzioni può essere definita multifunzionale.
Commissione Agricoltura OSCE
Oggi, l'agricoltura e soprattutto l'agricoltore, possono diventare un soggetto attivo nell'approccio alle politiche Bioeconomiche. Il suolo, la pianta ed in generale l'agrosistema, nel contesto dell'economia circolare, sono punto di partenza ed arrivo (ritorno) dei flussi di materia ed energia.